lunedì 4 novembre 2013

Morfologia e tipologia delle lingue "La spirale di Gabelentz" di Lucio D'Arcangelo

Morfologia e tipologia delle lingue “La spirale di Gabelentz” un libro di Lucio D’Arcangelo edizioni Solfanelli. La presentazione del testo si terrà venerdì 8 novembre alle 17 e 30 nel palazzo De Mayo sala Capozucco a Chieti. Saranno presenti oltre all’autore Lucio D’Arcangelo anche Giulio Soravia dell’università di Bologna e Barbara Turchetta dell’università della Tuscia che parleranno e presenteranno il libro “La spirale di Gabelentz” in tutte le sue forme.

Interverranno inoltre Luigi De Fanis assessore alla cultura della Regione Abruzzo e l’editore Marco Solfanelli. L’opera introduce il lettore nella rivoluzione cominciata negli anni 70 con l’ampliamento dell’orizzonte scientifico con lo studio di varie lingue fino a quel momento sconosciute come quelle aborigene dell’Australia. Ancora oggi sono in corso esplorazioni di territori ancora vergini come la Nuova Guinea e il sud America tropicale. Secondo l’autore, sono stati i linguisti che con i bagagli alla mano sono andati sul posto come vecchi viaggiatori a contribuire al mutamento epocale e non di certo i linguisti “da tavolino”.

«Rivolgendo la propria attenzione alla morfologia, una delle dimensioni più osservabili del linguaggio, questo libro intende misurarsi con quello che Dell Hymes chiamò un "fenomeno vitale manifesto", oggi apparso in tutta la sua portata: la radicale diversità delle lingue, che certe teorie diventate popolari vorrebbero negare, trincerandosi dietro espressioni oscure ("struttura profonda") ed idee antiquate ("grammatica universale"). Le regolarità che si possono osservare in un universo così cangiante e imprevedibile sono sempre parziali (il più delle volte aerali) e comunque relative. Correlarle è ancora più difficile e, come scrive Max Plank, "questo crea un enorme potenziale di eterogeneità nella diversità delle lingue, che, se si realizzasse pienamente, renderebbe la tipologia morfologica impraticabile". Perciò oggi si va affermando nella linguistica la tendenza a rigettare le gabbie teoriche, di qualunque natura esse siano, ed ancor più gli apriori dottrinari, nella persuasione che le lingue vanno studiate senza paraocchi e, quanto più possibile, iuxta propria principia» si legge nella scheda tecnica del libro.

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