martedì 28 gennaio 2014

Alba Dorata sulle indagini in corso nella Regione Abruzzo

ALBA ADRIATICA | Alba Dorata sulle indagini relative alla Regione Abruzzo. «Tante inchieste, sicuramente troppe, “iniziano”, o forse sarebbe meglio dire “sono pubblicizzate” in momenti sospetti. Troppe inchieste, sicuramente in numero eccessivo, terminano dopo troppi anni in “bolle di sapone”. Realtà oggettiva, già denunciata dal sottoscritto, è che contro talune persone tutto è ammesso, contro altri non è ammesso neanche il dovuto. Permesso è stato dato alla messa in onda di un dipinto raffigurante una “Italia” con in mano un vassoio su cui era appoggiata la testa tagliata, ed ancora sanguinante, del Presidente Silvio Berlusconi. Sicuramente non sarebbe mai stato dato il permesso di pubblicare un dipinto simile con la testa di un criminale, magari pure extracomunitario» ha dichiarato Stefano Flajani segretario Abruzzo di Alba Dorata.

«Inchieste contro coloro che sono stati accusati da tale Karima El Magroub (al secolo Ruby Rubacuori) di aver avuto rapporti sessuali con Lei quando minorenne (suoi parenti e calciatori), al contrario si è proceduto contro coloro che Lei ha sempre dichiarato estranei a rapporti sessuali; inchieste contro i “sequestri” dei bambini da parte delle “Istituzioni”, con l'appello disperato anche della compianta Margherita Hack; o l'imbarazzante percentuale delle amministrazioni di sostegno che avvengono in Trieste, mai nessuno ha aperto indagini per queste realtà, o perlomeno non sono state così pubblicizzate. Oggi viviamo con la reclamizzazione di talune inchieste giudiziarie, e con il coprirne tante altre. Perché non si parla più delle indagini nei confronti di Matteo Renzi? Sono state di già tutte archiviate, o salteranno fuori secondo le necessità? Nonostante che il codice di procedura penale preveda una durata massima di due anni per la fase delle indagini preliminari, in Italia abbiamo casi di indagini di 10 anni, come per Vannoni della Stamina (indagato da oltre quattro anni), con la chicca che “In Italia processi sempre piu' lunghi scoraggiano i cittadini e minano il rapporto di fiducia con la giustizia. Otto anni e tre mesi la durata media di un processo penale, il doppio rispetto al 2010 e con punte di oltre 15 anni nel 17% dei casi. Ancora peggio in ambito civile dove, ad esempio, il 20% dei procedimenti si protrae dai 16 ai 20 anni. E' quanto emerge dal IV Rapporto Pit Giustizia presentato al Senato della Repubblica da Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva”1. Con questa situazione non vi è più garanzia per gli indagati, neanche per quelli innocenti che vedono, inesorabilmente, rovinata la loro immagine personale, professionale, e, sempre troppo spesso, politica» ha commentato il gruppo Alba Dorata.

«Dispiace constatare che a chiunque proponga una riforma dell'ordinamento Giudiziario, gli venga contestato di tutto e di più da taluni, salvo, questi ultimi, non lamentarsi della chiusura delle Sezioni Distaccate dei Tribunali, o non prendere posizione in merito alla realtà che il sistema giudiziario Italiano è al 156° posto su 181 Stati presi in considerazione. L'Italia viene dopo Stati noti per la loro efficienza civile e democratica come Angola, Gabon, Guinea, São Tome e prima di Gibuti, Liberia, Sri Lanka, Trinidad. In occasione della cerimonia dell'apertura dell'anno giudiziario 2009, alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il Primo Presidente della Corte di Cassazione così si esprimeva: “La crisi della giustizia ha conseguenze che vanno ben al di là dei costi e degli sprechi di un servizio inefficiente e si estendono alla fiducia dei cittadini, alla credibilità delle istituzioni democratiche, allo sviluppo e alla competitività del Paese”. Questa è la realtà giuridica in Italia. Per questo, io come molti altri, non crediamo più a nessuna indagine, iniziata o reclamizzata in prossimità di elezioni politiche, elezioni del governo o di alte cariche dello Stato. Il mio pensiero va a quelle persone innocenti, trascinate nei vicoli bui di una mala giustizia per anni, salvo poi essere riconosciute innocenti dopo venti anni con buona pace di chi osteggia, sempre e comunque, una seria e decorosa riforma del sistema giustizia» ha concluso Flajani.

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