ABRUZZO | No alla tassa di
soggiorno. Federturismo e Federalberghi applaudono tutti quei Comuni abruzzesi
che non hanno applicato la tassa di soggiorno tanto dibattuta. Dario Colecchi
presidente di Federturismo Abruzzo e Giammarco Giovannelli presidente di
Federalberghi Abruzzo esprimono il loro apprezzamento verso tutti gli enti che
hanno dimostrato di appartenere ad un sistema che crede nel settore turismo, un
apparato che può fare a meno di introiti in un momento estremamente difficile
per tutti. Il no alla tassa di soggiorno è una scelta fatta per non penalizzare
un settore vitale e importante dell’economia abruzzese.
«Un accordo di responsabilità per evitare che l’applicazioneincontrollata
di tale imposta compromettesse gravemente i flussi turistici regionali in
mancanza della emanazione di uno specifico regolamento previsto al comma 3 dell’articolo
4 del decreto legislativo 14 marzo 2011 numero 23 disposizioni in materia di federalismo
fiscale municipale, che avrebbe dovuto uniformare su tutto il territorio
nazionale l’applicazione del tributo e prevedere la puntuale specificazione
della finalizzazione del gettito (da dedicare esclusivamente ad interventi per
il sostegno del turismo locale)» ha dichiarato Antonio Centi responsabile
nazionale del turismo per l’Anci Abruzzo.
«E opportuno considerare che l’applicazione
della tassa di soggiorno ha pesanti ricadute su tutto il territorio regionale e
come conseguenza immediata quella di rendere fuori mercato i nostri alberghi, come
già avvenuto in molte regioni italiane proprio perché determina un incremento
dei prezzi di gran lunga superiore alla sopportazione del mercato in
recessione, con pesanti conseguenze anche sull’occupazione. Al riguardo si
specifica che le imprese alberghiere hanno finora applicato dei prezzi
competitivi che coprono a stento i costi del personale proprio per evitare il
tracollo delle presenze turistiche» hanno commentato Colecchi e Giovannelli.
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