ALBA
ADRIATICA
| La Task Force Ambientale critica la Regione Abruzzo «è contro l’ambiente». Il
presidente Giuliano Marsili in una nota stampa afferma che l’ente regionale con
l’amministrazione di Gianni Chiodi ha perso gran parte della sua caratteristica
peculiare, quella della denominazione di Regione verde d’Europa e Regione dei
Parchi. «Secondo quanto analizzato dai nostri esperti le azioni messe in campo
dalla Regione vanno in direzione
contraria alla salvaguardia ambientale e hanno favorito le speculazioni su
certi ambiti. La posizione ambigua sulle concessioni petrolifere dell’Adriatico
e le estrazioni dell’entroterra, compreso il gas del lago di Bomba, sta
snaturando la caratteristica principale di regione biologica, verde, dove si
coltivano e allevano le eccellenze dei prodotti tipici, vini e olio compresi, e
le chiacchiere dell’assessore Mauro Di Dalmazio che, nonostante i progetti
finanziati delle Dmc, non è riuscito a proteggere dalle cave neanche i terreni
vicino casa sua» ha dichiarato Marsili della Task Force.
«L’apertura di Febbo della caccia anche alle
specie protette, osteggiate dal consigliere Walter Caporale con diversi ricorsi
al Tar, vinti, ai quali hanno fatto seguito altrettante determine, non fa fare
bella figura ad una regione che si spaccia come quella dei parchi dove vivono
numerosi animali protetti. La concessione agli speculatori delle multinazionali
di enormi parchi fotovoltaici impattanti , di centrali a biomassa inquinanti,
l’esclusione dal piano energetico dei sistemi mini eolico e mini idroelettrico,
sono la riprova di una Regione che la maggioranza al potere, quella che ha
collezionato più arrestati e indagati, sta
conducendo verso una deriva disastrosa contro l’ambiente e le ricchezze
territoriali abruzzesi. Sull’erosione la
Regione ha macinato fino ad ora 180 milioni di euro con progetti allampanati,
Acquater, Sicora, Ricama e via dicendo, senza risolvere minimamente il
problema, anzi la situazione è notevolmente peggiorata. La riduzione delle aree
protette come il Borsacchio, votate anche dal Partito Democratico, farà
aumentare la cementificazione selvaggia e altre costruzioni, saturando così il
mercato immobiliare e svalutando il prezzo delle case, ma permetterà ai soliti
speculatori di distruggere il territorio, già interessato da un forte dissesto
idrogeologico. Nuove concessioni per le cave, continue autorizzazioni
all’abbattimento di alberi,nessuna bonifica delle falde inquinate, abbandono
delle aste fluviali, raccolta rifiuti ai minimi storici, stanno depauperando e
dequalificando le eccellenze abruzzesi, dai prodotti tipici alle coltivazioni
biologiche. La privatizzazione e
l’esternalizzazione dei servizi idrici sta di fatto trasformando l’acqua da
Pubblica in privata, sotto gli occhi dei cittadini che hanno vinto un
referendum. A questo punto a nulla sono valse le opposizioni delle associazioni
e dei comitati di cittadini, a nulla sono servite le lettere, istanze, diffide
inviate agli organi competenti e le campagne di protesta e di dissenso degli
stessi cittadini e quindi la Task Force Ambientale ricorrerà contro la regione
Abruzzo in sede di tribunale civile per difendere i giusti diritti dei
cittadini, continuamente lesi da questa “banda di depredatori“ che ci auguriamo
venga mandata, sia centro destra che sinistra, a casa nel più breve tempo
possibile» ha concluso il presidente Giuliano Marsili.
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