martedì 28 gennaio 2014

Task Force Ambientale «la Regione Abruzzo è contro l'ambiente»

ALBA ADRIATICA | La Task Force Ambientale critica la Regione Abruzzo «è contro l’ambiente». Il presidente Giuliano Marsili in una nota stampa afferma che l’ente regionale con l’amministrazione di Gianni Chiodi ha perso gran parte della sua caratteristica peculiare, quella della denominazione di Regione verde d’Europa e Regione dei Parchi. «Secondo quanto analizzato dai nostri esperti le azioni messe in campo dalla Regione vanno in direzione contraria alla salvaguardia ambientale e hanno favorito le speculazioni su certi ambiti. La posizione ambigua sulle concessioni petrolifere dell’Adriatico e le estrazioni dell’entroterra, compreso il gas del lago di Bomba, sta snaturando la caratteristica principale di regione biologica, verde, dove si coltivano e allevano le eccellenze dei prodotti tipici, vini e olio compresi, e le chiacchiere dell’assessore Mauro Di Dalmazio che, nonostante i progetti finanziati delle Dmc, non è riuscito a proteggere dalle cave neanche i terreni vicino casa sua» ha dichiarato Marsili della Task Force.

«L’apertura di Febbo della caccia anche alle specie protette, osteggiate dal consigliere Walter Caporale con diversi ricorsi al Tar, vinti, ai quali hanno fatto seguito altrettante determine, non fa fare bella figura ad una regione che si spaccia come quella dei parchi dove vivono numerosi animali protetti. La concessione agli speculatori delle multinazionali di enormi parchi fotovoltaici impattanti , di centrali a biomassa inquinanti, l’esclusione dal piano energetico dei sistemi mini eolico e mini idroelettrico, sono la riprova di una Regione che la maggioranza al potere, quella che ha collezionato più arrestati e indagati, sta conducendo verso una deriva disastrosa contro l’ambiente e le ricchezze territoriali abruzzesi. Sull’erosione  la Regione ha macinato fino ad ora 180 milioni di euro con progetti allampanati, Acquater, Sicora, Ricama e via dicendo, senza risolvere minimamente il problema, anzi la situazione è notevolmente peggiorata. La riduzione delle aree protette come il Borsacchio, votate anche dal Partito Democratico, farà aumentare la cementificazione selvaggia e altre costruzioni, saturando così il mercato immobiliare e svalutando il prezzo delle case, ma permetterà ai soliti speculatori di distruggere il territorio, già interessato da un forte dissesto idrogeologico. Nuove concessioni per le cave, continue autorizzazioni all’abbattimento di alberi,nessuna bonifica delle falde inquinate, abbandono delle aste fluviali, raccolta rifiuti ai minimi storici, stanno depauperando e dequalificando le eccellenze abruzzesi, dai prodotti tipici alle coltivazioni biologiche. La privatizzazione  e l’esternalizzazione dei servizi idrici sta di fatto trasformando l’acqua da Pubblica in privata, sotto gli occhi dei cittadini che hanno vinto un referendum. A questo punto a nulla sono valse le opposizioni delle associazioni e dei comitati di cittadini, a nulla sono servite le lettere, istanze, diffide inviate agli organi competenti e le campagne di protesta e di dissenso degli stessi cittadini e quindi la Task Force Ambientale ricorrerà contro la regione Abruzzo in sede di tribunale civile per difendere i giusti diritti dei cittadini, continuamente lesi da questa “banda di depredatori“ che ci auguriamo venga mandata, sia centro destra che sinistra, a casa nel più breve tempo possibile» ha concluso il presidente Giuliano Marsili.

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