ALBA ADRIATICA | Un tema appetitoso
quello scelto dal gruppo Albamici per la 17° edizione del Carnevale estivo di
Alba Adriatica che si terrà l’8 agosto. Gli organizzatori per la quinta
collezione di costumi ha voluto rappresentare alcune pietanze, le più
importanti, della Regione Abruzzo. «Abbiamo pensato
di rappresentare alcune pietanze, quelle più importanti della nostra terra, per
far assaporare la cultura enogastronomica abruzzese e perché no, per far venire
anche l’acquolina in bocca ai nostri turisti» ha commentato il presidente del
gruppo Albamici Tonino Ferri.
«Quante “storie” può
raccontarci un sapore, un profumo, un piatto? Quante esperienze può ricordarci
un aroma, una spezia, un calice di buon vino? E quei foglietti di carta
ingialliti dal tempo e un pò sgualciti perché passati nelle mani delle donne di
famiglia, chiusi in un cassetto e custoditi gelosamente, dove ritroviamo le
dosi e gli ingredienti giusti per quella ricetta che tanto amiamo. Il grembiule
infarinato, la tovaglia per le occasioni speciali… E poi la famiglia riunita a
tavola, la nonna e la mamma che la mattina preparano la massa per la chitarra,
il pranzo della domenica, di Pasqua o di Natale. Il mercato gremito di gente
che sceglie la frutta e la verdura più fresca ed il pesce appena pescato. Vogliamo
parlarvi dei piatti preparati in famiglia e nelle trattorie, dei prodotti
genuini che ci regala la nostra terra e che non possono mai mancare nella borsa
della spesa. La collezione dei costumi dell’associazione Albamici rappresenta
un viaggio attraverso i sapori della terra d’Abruzzo e s’ispira all’Expo Milano 2015 che ha voluto
mettere in scena un tema dedicato interamente all’enogastronomia e alla cultura
dei paesi» recita la presentazione della quinta collezione di costumi
realizzata dal costumista Vincenzo Vitale di Acireale con la costante collaborazione
del gruppo Albamici.
LE MASCHERE | Chitarra con le pallottine. Piatto
della tradizione teramana. La chitarra (in dialetto maccarunàre) è un attrezzo
tradizionale abruzzese che si usa per fare gli spaghetti alla chitarra. È
costituito da fili di acciaio tesi, accostati parallelamente su un intelaiatura
di legno. Pressando con il mattarello la sfoglia di pasta sui fili della
chitarra, si ottengono gli spaghetti. Particolarmente graditi con le pallottine
che sono delle polpette di piccole dimensioni preparate rigorosamente a mano e
servite con abbondando sugo. L’attrezzo utile per tagliare i maccheroni è stato
realizzato per la prima volta dai “setacciari” di San Martino sulla Marrucina
in provincia di Chieti intorno al 1860. Spesso lo si trovava come oggetto che
faceva parte del corredo della sposa. Panarda.
Il rito affonda le sue radici tra il 1500 e il 1600 nella zona del pescarese.
Per le genti d’Abruzzo ricopriva grande importanza l’ospitalità a tavola, infatti,
era buona usanza, organizzare un abbondante banchetto per ristorare i poveri.
Si preparavano una decina di pietanze in onore degli ospiti che non dovevano
essere mai meno di venti. Non potevano mai mancare brodi, zuppe, agnello,
formaggi, salumi, pesci e tanto altro. Con il passare dei tempi, la Panarda
diventò utile per consolidare amicizie e alleanze. Anche Gabriele D’Annunzio
partecipò all’antico rito dal notaio Quirino Federico Ercole a Luco dei Marsi. Timballo. Piatto immancabile a Natale e
Capodanno. Si prepara con le “scrippelle” ovvero frittatine sottili di acqua,
farina e uova, simili alle “crepes” francesi che, poste a strati, ospitano
spinaci, uova, dadini di formaggio, mozzarella e pallottine. È la classica
ricetta tramandata da madre in figlia. Cerasuolo.
Vino ottenuto da uve di Montepulciano. Il colore è rosso e detto “cirasce” che
in dialetto abruzzese significa ciliegia.
Nel sapore ritroviamo i frutti rossi quali prugne, pesche ed ovviamente
ciliegie. Il vino appartiene alla categoria DOC e DOCG. Parrozzo. Dolce preparato nel 1920 da Luigi D’Amico titolare di un
laboratorio di pasticceria a Pescara che ebbe l’idea di fare un dolce dalle
sembianze di un pane rustico, detto anche pane rozzo, da cui è derivato il
nome. La prima persona che assaggiò il
Parrozzo fu Gabriele D’Annunzio che, estasiato, scrisse un componimento: «È
tante ‘bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c’avesse messe
a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che
se coce… e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…». Confetti. Nel 1400 a Sulmona si sviluppa
un’accurata lavorazione nel monastero di Santa Chiara, con dei fili di seta i
confetti venivano legati fra loro per decorare fiori, spighe, grappoli e
rosari. La confetteria di Sulmona è considerata la più antica d’Italia. Mazzarelle. Piatto che non può mancare
nel pranzo pasquale dedicato all’agnello. La coratella viene avvolta in foglie
di indivia legate con budelline dello stesso agnello. Le mazzarelle possono
essere servite sia in umido, lasciate cuocere nel sughetto che al forno. Virtù. Ricetta da degustare esclusivamente
il primo maggio che rispetta con rigore le scadenze del calendario e i ritmi di
stagione. I contadini di un tempo, al termine dell’inverno vuotavano le dispense
di ciò che era stato conservato nella stagione invernale. Così univano i legumi
secchi agli ingredienti freschi della nuova stagione. Il sapore deve nascere da
una perfetta miscela e non deve emergere nessun elemento in particolare. La
preparazione è molto lunga e complessa. Brodetto
alla Vastese. Piatto della zona di Vasto. Nasce, così come oggi lo
conosciamo, con l’arrivo del pomodoro, importato dai conquistadores spagnoli.
Il pesce viene cucinato intero e non a pezzi, tranne alcune tipologie che
devono essere tranciate, in un coccio. La tradizione vuole che non si giri mai
il pesce all’interno del coccio che va “trizzicato” ovvero scosso
delicatamente. Proprio la pentola di terracotta ricopre un ruolo fondamentale
nella preparazione del brodetto. Arrosticini.
Squisiti spiedini di carne ovina tagliata a tocchetti. Gli arrosticini sono
chiamati comunemente in Abruzzo “rustell”. Sono accompagnati da fette di pane
casereccio unto con olio extravergine d’oliva. «L’area di diffusione originaria
è nella zona pedemontana sul versante orientale del Gran Sasso, principalmente
in provincia di Pescara. I nostri spiedini sono giunti intorno agli anni
Cinquanta, importati da ambulanti e immigrati stagionali provenienti da Villa
Celiera, il paese che sembra proprio configurarsi come la piccola “patria”
degli arrosticini» ha scritto il professor Francesco Avolio docente di
Linguistica Italiana all'Università degli studi dell'Aquila nel suo documento
"Il mistero degli Arrosticini". Tartufo.
Nel territorio dell’Aquila c’è una produzione spontanea del tartufo. Numerose
sono le specie che nascono, ma in particolare è commercializzato il tartufo
nero. È uno dei prodotti d’eccellenza nazionale chiamato anche “oro nero” in
quanto trattasi di un prodotto pregiato e di alta qualità. Pecorino di Farindola. Formaggio prodotto con il latte di pecora e
caglio di suino, sul versante orientale del massiccio del Gran Sasso in
quantità molto limitate ed è probabilmente l’unico che ancora segue un metodo
che risale ai tempi dell’antica Roma. La tradizione vuole che solo mani
femminili possono cimentarsi nella produzione; il processo è molto lungo e la
stagionatura va da tre a dodici mesi. Zafferano.
Prodotto nell’altopiano di Navelli, in provincia dell’Aquila. Fu introdotto
dalla Spagna nel XIII secolo grazie ad un frate domenicano della famiglia
Santucci. Il frate era un grande appassionato di agricoltura e colpito dalla
pianta di zafferano, decise di coltivarla nelle terre di Navelli. I nobili
locali iniziarono a commercializzare lo zafferano nei mercati milanesi e
veneziani. Il Re Roberto D’Angiò nel 1317 abolì le tasse sullo zafferano per
favorirne il commercio all’estero verso Francoforte, Marsiglia, Vienna,
Norimberga ed Augusta. Una volta affermatosi, reintrodusse la tassazione per
costruire un ospedale e la basilica dedicata a San Bernardino da Siena. Genziana. Ottima per chiudere un pasto
abbondante. Infatti è un eccellente e naturale digestivo. Nasce sulle pendici
del Gran Sasso, dal sapore amaro e ricavato dalle radici della pianta. Spesso viene
prodotto direttamente in casa. Scrippelle
Mbusse. Tipico piatto teramano, costituito da sottilissime frittatine
inzuppate in uno prelibato brodo di carne. Si preparano versando su una padella
calda, una pastella di farina, acqua e uova. Il piatto è servito con un
abbondante spolverata di parmigiano.
La sfilata partirà alle
20 nella zona sud del lungomare Marconi e giungerà nella parte nord a
mezzanotte circa. Saranno presenti i carri allegorici di Sant’Egidio alla
Vibrata e Notaresco. Non mancheranno neanche i gruppi esterni come Crema, Misterbianco,
Anzio, Bologna e il gruppo Asl di Termoli del centro diurno di salute mentale.
Tutti i cittadini che desiderano entrare nel serpentone mascherato, potranno
iscriversi all’ufficio Iat alla Rotonda Nilo. I gruppi in sfilata parteciperanno
al concorso la “Maschera d’oro”. I primi tre in classifica, vinceranno un
importante trofeo. Le opere in oro, argento e bronzo, sono realizzate dal
maestro orafo Luigi Valentini del “Valentini Gioielli” di Giulianova. Ospite
della serata Francesca Fichera showgirl televisiva che affianca Carlo Conti nel
quiz L'Eredità su Rai Uno. Infine, si terrà la presentazione del 17° carnevale
di Alba Adriatica, il 7 agosto alle 21 all’hotel Excelsior. La conduzione della
serata è stata affidata alla straordinaria Alessandra Borgia giornalista
Mediaset.
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