mercoledì 1 ottobre 2014

Licenziamento collettivo, Msi Destra Sociale racconta una storia della Val Vibrata

VAL VIBRATA | Licenziamento collettivo, Stefano Flajani promotore del circolo Msi Destra Sociale affronta uno dei tanti e ricorrenti problemi italiani. «Tra le tante storie personali che ci vengono a raccontare, una ci ha lasciato più perplessi delle altre. Precisando che non abbiamo documentazione sufficiente a suffragio di quanto stiamo raccontando. In Val Vibrata sta per chiudere (l'ennesima) ditta. La proprietà della ditta ha incardinato la disciplina del licenziamento collettivo per chiusura dell'attività. Uno dei motivi di chiusura è un pignoramento di Equitalia. Ci viene raccontato che i lavoratori non percepiscono quanto di loro spettanza dal mese di luglio, con i relativi contributi previdenziali. Nell'accordo stilato tra la ditta e le organizzazioni sindacali rientrerebbe il dover lavorare sino alla metà del mese di ottobre per poter percepire qualcosa come il mese di luglio, o la tredicesima. Nulla per il resto, ovvero i mesi di agosto, settembre e ottobre (o parte del mese), le ferie e/o permessi arretrati, gli straordinari. Sicuramente, e non entriamo nel merito, i Sindacati interessati hanno cercato di “prendere” quanto più possibile a favore dei lavoratori, ma non condividiamo, se tutto ciò fosse vero, l'operato della ditta/imprenditore» ha scritto in una nota Flajani.


«Abbiamo avuto modo di accertare che tante altre imprese che purtroppo hanno dovuto chiudere, hanno provveduto, prima, a saldare il dovuto ai propri lavoratori, ivi compresi arretrati, straordinari, ferie, permessi e quant'altro, poi hanno chiuso con il licenziamento collettivo. Abbiamo avuto modo di accertare anche che molti Imprenditori hanno pagato i propri lavoratori, e sono rimasti con debiti nei confronti della tanto famigerata, e temuta, Equitalia. Sempre se fosse vero, però, non condividiamo chi, tra gli imprenditori, due/tre mesi prima di esperire la procedura di licenziamento collettivo, si compra l'auto nuova, o lui, come tutti i componenti della sua famiglia, svolgono delle belle vacanze. Poi, nel mese di settembre, già con due/tre mesi di arretrati sui propri lavoratori, propongono un licenziamento per chiusura di attività senza alcuna garanzia per i debiti pregressi nei confronti dei dipendenti stessi. Ancor più aberrante è, sempre se fosse vero, che molti articoli che, oggi, si stanno confezionando nella ditta prossima alla chiusura, non siano per concludere le commesse precedenti e, così, recuperare qualcosa per pagare i lavoratori, ma sono articoli per un'altra ditta che, apparentemente, è di un familiare della proprietà della ditta che sta per chiudere. Noi esprimiamo la nostra più viva e sincera solidarietà a tutte le famiglie dei lavoratori colpiti all'ennesima chiusura in Val Vibrata, non possiamo fare tanto, però possiamo garantire che cercheremo di far luce sulla vicenda, cercando la verità, affinché sia fatta Giustizia, e non solo in senso Sociale. Meditate gente, meditate, che i nodi, prima o poi, vengono tutti al pettine, o qui, o di là» ha concluso Stefano Flajani del Msi Destra Sociale.

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