Occorre una giornata di consultazione
pubblica sulle problematiche legata alla gestione delle acque in Abruzzo, la priorità è raggiungere l'obiettivo qualità entro due anni. «Occorre
intervenire in modo strutturale ed efficace attraverso una consultazione che
definisca meglio la situazione e consenta una condivisione di obiettivi e
criteri di gestione» ha dichiarato l’assessore ai lavori pubblici e servizio
idrico integrato Angelo Di Paolo.
All’appello sono stati chiamati a partecipare i
rappresentanti delle provincie, della forestale, dei parchi e delle associazioni
ambientaliste. La politica dell’Unione Europea in materia di acque è rigorosa.
L’Abruzzo fa parte di due distretti idrografici: il Distretto Idrografico
dell’Appennino Centrale e il Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale.
La Direttiva 2000/60 ha stabilito l’obiettivo di raggiungere un “buono stato di
qualità delle acque” entro il 2015. Lo strumento di pianificazione di
competenza regionale è il Piano di Tutela delle acque, adottato dalla giunta
nell’agosto 2010 e poi modificato e approvato nel luglio 2013. Attualmente è
all’esame del consiglio regionale per l’approvazione finale.
La Direttiva
2000/60 individua anche un altro strumento di pianificazione cioè il Piano di Gestione
dei distretti idrografici che deve essere aggiornato entro il 2015. Il rischio è
di non riuscire a raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” entro due anni. «Per
migliorare la qualità delle acque bisogna fare investimenti per la
realizzazione delle infrastrutture previste (depuratori, reti fognarie ed altro),
l’adeguamento di quelle esistenti e la prevenzione e la tutela dei uno dei beni
più importanti nel prossimo futuro» ha concluso l’assessore Di Paolo.
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