ORTONA | Un tuffo nel mondo delle poesie dialettali abruzzesi con il nuovo libro di Vito Moretti “La case che nen ze
chiude” che sarà presentato lunedì 4 novembre alle 17 nella sala rotary della biblioteca comunale nel complesso Sant’Anna
di Ortona. Oltre all’autore, sarà presente l’editore Marco Solfanelli e Daniela
D’Alimonte che leggerà alcuni brani. La presentazione curata da Giorgio Berberi
Squarotti e la premessa da Giovanni Tesio.
«L'uso del dialetto, in questo volume arca di Vito Moretti, mira ad
agevolare il riconoscimento della realtà e la sua restituzione agli spazi più
intimi, nei quali il tempo e le ragioni individuali si fanno vita, esistenza
quotidiana, itinerario da percorrere in solitudine o con quanti si abbia d'intorno. L'orizzonte di riferimento è quello
della piccola comunità di San Vito Chietino, con la sua parlata e con le sue
risorse espressive, ma il poeta allarga via via il suo sguardo fino a declinare
sulla pagina gli interrogativi, le inquietudini, gli snodi culturali e morali
che sono della sua stessa età e della sua complessa generazione, sicché i testi
si propongono anche come una arguta e profonda testimonianza della coscienza
contemporanea, della quale Moretti sa cogliere illusioni e disincanti, speranze
e sconfitte. Si tratta, dunque, di una poesia che, pur sollecita ai rigori
della registrazione filologica, vuole essere anzitutto una ricerca di identità,
un percorso nell'esperienza concreta del vissuto e, in qualche modo, un aprire
e chiudere conti di una soggettività o, insomma, di un animo critico che di
fronte alle tante parvenze e lusinghe della realtà cerca di scioglierne i
drammi e di comprenderne le ragioni, ma
con il proposito di assecondare soprattutto ed esclusivamente
un'appassionata inclinazione creativa, propria di chi riserva a sé il solo
esercizio di poeta e ad altri le più congrue pertinenze etno-culturali e
glottologiche. L'avventura di Vito Moretti, quindi, per queste sue estensioni
di originalità e di pregnanza lirica, può dirsi davvero unica ed esemplare e
può certamente annoverarsi fra le migliori vicende letterarie di questi ultimi
decenni».
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